SAL - poubelle à fils... dove eravamo?
Publié le 7 Juillet 2009
Eravamo a quando over-blog non mi faceva inserire le foto, a quando l'apatia
l'aveva fatta da padrona e l'ago non si era mosso dal suo cantuccio.
In mezzo c'è stato un computer che è passato a miglior vita (o potremmo anche dire a migliori stanze) e nel trapasso ha inghiottito una foto che prima o poi scatterò di nuovo: era piena di bottoni colorati che avevano, loro sì, moltissime storie da raccontare, mentre nel barattolo restavano i quattro fili di sempre.
Ora siamo a luglio; Pat ci ha invitato a realizzare la foto dei nostri barattoli accanto al ricamo che ci è più caro.
Ladies & gentlemen, il mio è questo qui:
E' il ricamo più grande che io abbia mai realizzato; lo schema lo avevo visto su Ricamare di ottobre 2002, ed era stato un colpo di fulmine: acquistato, infilato nella borsa dei ricami, e partito insieme a me nel mio primo trasloco... una nuova città, una lingua sconosciuta, i miei cari a migliaia di chilometri da me... era la mia coperta di Linus.
La tela e i colori li acquistai nella mia nuova città; l'aida, la più bella che avessi mai visto prima, una Zweigart 72.
Mi tremavano le mani mentre imbastivo e cercavo la centratura della stoffa...
Ogni riquadro oggi mi riporta alla mente ricordi diversi; i primi punti, messi in fretta prima di Natale, sono stati quelli del focolare e del Babbo appena sopra, perchè potesse essere appesa il 25 vicino al nostro micro-albero.
Un lungo intervallo, pieno di ricami rosa confetto e notti insonni, poi la ripresa, le liti con il Gold DMC che si sfilacciava di continuo, ed un rush finale che vide la conclusione dell'ultimo punto nel 2006, quattro anni dopo.
Il barattolino si nota appena; i progressi sono impercettibili, fatti soprattutto di nastrini di organza lilla e arancio, che hanno stretto nuvolette di tulle lilla attorno a dei bianchissimi confetti.
Mi si potrebbe obiettare: cosa c'entra l'organza con il moulinè? Poco, a prima vista, molto, a un'analisi più attenta: sempre di cose fatte con il cuore si tratta.
Al prossimo mese.
ps: come al solito la lista dei partecipanti la trovate sul blog di Pat.
In mezzo c'è stato un computer che è passato a miglior vita (o potremmo anche dire a migliori stanze) e nel trapasso ha inghiottito una foto che prima o poi scatterò di nuovo: era piena di bottoni colorati che avevano, loro sì, moltissime storie da raccontare, mentre nel barattolo restavano i quattro fili di sempre.
Ora siamo a luglio; Pat ci ha invitato a realizzare la foto dei nostri barattoli accanto al ricamo che ci è più caro.
Ladies & gentlemen, il mio è questo qui:
E' il ricamo più grande che io abbia mai realizzato; lo schema lo avevo visto su Ricamare di ottobre 2002, ed era stato un colpo di fulmine: acquistato, infilato nella borsa dei ricami, e partito insieme a me nel mio primo trasloco... una nuova città, una lingua sconosciuta, i miei cari a migliaia di chilometri da me... era la mia coperta di Linus.
La tela e i colori li acquistai nella mia nuova città; l'aida, la più bella che avessi mai visto prima, una Zweigart 72.
Mi tremavano le mani mentre imbastivo e cercavo la centratura della stoffa...
Ogni riquadro oggi mi riporta alla mente ricordi diversi; i primi punti, messi in fretta prima di Natale, sono stati quelli del focolare e del Babbo appena sopra, perchè potesse essere appesa il 25 vicino al nostro micro-albero.
Un lungo intervallo, pieno di ricami rosa confetto e notti insonni, poi la ripresa, le liti con il Gold DMC che si sfilacciava di continuo, ed un rush finale che vide la conclusione dell'ultimo punto nel 2006, quattro anni dopo.
Il barattolino si nota appena; i progressi sono impercettibili, fatti soprattutto di nastrini di organza lilla e arancio, che hanno stretto nuvolette di tulle lilla attorno a dei bianchissimi confetti.
Mi si potrebbe obiettare: cosa c'entra l'organza con il moulinè? Poco, a prima vista, molto, a un'analisi più attenta: sempre di cose fatte con il cuore si tratta.
Al prossimo mese.
ps: come al solito la lista dei partecipanti la trovate sul blog di Pat.