Lune nere

Publié le 14 Octobre 2012

Esattamente un anno fa eravamo caduti in un buco nero. Era iniziato di notte, e la paura che provavamo era diventata terrore puro con il passare delle ore. Il terrore era stato il mio solo compagno nell'attesa, interminabile, di fronte ad una porta chiusa. Lo sguardo a terra, le mani strette attorno a un cellulare desolatamente senza campo, ad aspettare che uno di quei camici bianchi si fermasse per dire due parole. Aveva fatto compagnia anche a te, al di là di quella porta chiusa, fermo ad aspettare che qualcuno ti spiegasse cosa stesse succedendo.

La paura ci ha fatto compagnia a lungo, in giorni fermi e tutti uno uguale all'altro, durante ore passate a fare gli equilibristi, a indossare sorrisi e serenità lontane e sconosciute, a rispondere senza dire niente, a rassicurare anche se le mani non smettevano di tremare, a dormire sonni senza riposo...

Lentamente, con il passare delle settimane, le mani hanno smesso di tremare e le porte si sono schiuse per lasciar passare camici rassicuranti e sorridenti.

Oggi, che l'incubo è lontano, abbiamo capito che la paura, quando ti lascia, non se ne va mai via davvero... ti lascia, con una silente compagnia: uno stato di allerta continuo.

Oggi io e te siamo come le sentinelle del turno di notte, con la testa ciondolante per il sonno, ma pronti a scattare ad ogni rumore sospetto nel buio.

luna.jpg

 

 

Rédigé par Raffaella

Publié dans #Me

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S
<br /> Come forse saprai sono stata spesso, negli ultimi nove anni, dietro quella porta, ho isto i camici e gli sguardi ora tesi ora sorridenti. Non si fa mai l'abitudine alla paura, ma si impara a<br /> conviverci. Si diventa attenti ad ogni respiro, ad ogni minimo mutamento. Ma si impara anche a vivere la vita in un modo diverso, dando importanza a ciò che veramente conta.<br /> <br /> <br /> Un abbraccio<br />
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R
<br /> <br /> E' vero. All'improvviso ci si rende conto di quante cose inutili siano state l'oggetto dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni e si capisce dolorosamente che sono ben altre quelle che<br /> contano.<br /> <br /> <br /> Un abbraccio anche a te<br /> <br /> <br /> Raffa<br /> <br /> <br /> <br />
D
<br /> Ti dirò una cosa sciocchina, visto che stiamo comunque parlando di un evento passato.<br /> <br /> <br /> Se ci fosse stato campo sarebbe stato peggio. Lo so perchè fuori da troppe porte d'ospedale sono stata negli ultimi anni; e purtroppo ho un sacco di zie e cugine , oltre qualche amica. Quando c'è<br /> campo: è un continuo inviare sms multipli con le notizie che ti arrivano dai medici, sono le decine di risposte e nuove domande che arrivano subito dopo.  Il tutto mentre cerchi di farti<br /> forza e incoraggiare l'ottimismo dei parenti fisicamente presenti vicino a te. Il telefono diventa davvero un pezzo di incubo in più!<br /> <br /> <br /> Dora <br />
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R
<br /> <br /> Probabilmente hai ragione tu; lì per lì mi era sembrato l'ultimo della serie di sgambetti della vita, ma con il senno di poi forse è stato meglio così. :)<br /> <br /> <br /> <br />
C
<br /> Spero che il buio e la paura siano passati, un in bocca al lupo, Clara.<br />
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R
<br /> <br /> sì, sono passati entrambi. Resta un filo di tensione, come una corrente sottopelle che ti fa stare sempre "in campana" (come dicono dalle mie parti), ma il peggio è passato. :)<br /> <br /> <br /> <br />
L
<br /> mi spiace..qualsiasi cosa sia è terribile...mi spiace...ti abbraccio per quel che serve<br />
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R
<br /> <br /> Per fortuna è tutto passato, oggi è solo un ricordo amaro e ben lontano.<br /> <br /> <br /> Grazie per l'abbraccio :)<br /> <br /> <br /> <br />
C
<br /> Un abbraccio, qualunque cosa sia...<br />
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R
<br /> <br /> Un incubo che per fortuna è finito e lontano, ma la paura che abbiamo provato è stata talmente tanta che temo non riusciremo più a tornare "spensierati" come eravamo prima... è come se<br /> ci guardassimo continuamente alle spalle per paura di un nuovo agguato della vita.  <br /> <br /> <br /> <br />